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Violenza contro le donne e violenza domestica in Europa

La proposta di direttiva 2022/0066/COD

Violenza contro le donne e violenza domestica in Europa

"L'UE deve inviare un segnale forte, che la violenza contro le donne e le ragazze è inaccettabile.

E che la violenza domestica non è una questione privata. La Convenzione di Istanbul è la pietra miliare della protezione di donne e ragazze, in tutto il mondo. Una base importante su cui dobbiamo costruire ulteriormente".

Queste le parole pronunciate, l'11 maggio 2022, dalla Presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, anche stigmatizzando il ritiro della Turchia dalla Convenzione di Istanbul.


Anche tra i Paesi dell'Unione europea, ricorda la Presidente Von der Leyen, il cammino della Convenzione di Istanbul si sta rivelando faticoso e accidentato. Di qui l'esigenza di  proporre una soluzione alternativa, attraverso regole condivise in Europa che, di fatto, assicurino la vincolatività del quadro di tutela delineato dalla Convenzione, anche in assenza di una formale ratifica della stessa.


La proposta di direttiva 2022/0066/COD si colloca proprio in questa prospettiva: l'obiettivo è quello di "replicare" l'impianto della Convenzione di Istanbul, magari rafforzandolo, all'interno di una fonte del diritto eurounitario, in modo da superare l'ostacolo politico della mancata ratifica della Convenzione da parte di alcuni Paesi UE.


Di particolare interesse risulta lo studio del Parlamento europeo “Violence against women and domestic violence”, pubblicato a giugno 2022 a cura dallo European Parliamentary Research Service e scritto da Nora Hahnkamper-Vandenbulcke e Isabella Bacian.


Si segnala, inoltre, la relazione sulla proposta di direttiva redatta dall'Ufficio Rapporti con l'Unione europea della Camera dei Deputati, in cui, tra l'altro, si richiama l'attenzione su un tema estremamente controverso anche in sede europea. 

"La presente proposta" - si legge nel documento della Camera dei deputati - "si basa sul combinato disposto dell'articolo 82, paragrafo 2, e dell'articolo 83, paragrafo 1, del TFUE.
L'articolo 82, paragrafo 2, del TFUE fornisce la base giuridica per stabilire norme minime riguardanti i diritti delle vittime di reato nella misura necessaria a facilitare il riconoscimento reciproco delle sentenze e delle decisioni giudiziarie e la cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale per questioni di dimensione transnazionale.
L'articolo 83, paragrafo 1, del TFUE fornisce la base giuridica per le norme minime relative alla definizione dei reati e delle sanzioni riguardanti lo sfruttamento sessuale di donne e minori e i reati informatici.

L'espressione "sfruttamento sessuale" di cui all'articolo 83, paragrafo 1, del TFUE può essere intesa come qualsiasi abuso, effettivo o tentato, di una condizione di vulnerabilità, di uno squilibrio di poteri o di fiducia, ivi incluso, ma non solo, il fatto di trarre un vantaggio monetario, sociale o politico da un atto sessuale con un'altra persona. La connotazione di sfruttamento può riferirsi all'acquisizione di potere o di dominio su un'altra persona a fini di gratificazione sessuale, guadagno economico e/o avanzamento di carriera; elementi, questi, che costituiscono il presupposto dei reati di stupro e di mutilazione genitale femminile.

Nella nozione di "criminalità informatica" di cui all'articolo 83, paragrafo 1, del TFUE rientrano i reati contro le tecnologie dell'informazione e della comunicazione o intrinsecamente connessi al loro uso. L'uso di tali tecnologie come mezzo per sferrare un attacco può amplificare la gravità del reato in termini di quantità, qualità, intensità, durata e selezione del bersaglio, in misura non ottenibile con altri mezzi. Le norme minime previste dalla proposta di direttiva per i reati configurabili come violenza online contro le donne coprono questo tipo di reati, che sono intrinsecamente connessi all'ambiente online e all'uso delle suddette tecnologie".


Il 25 gennaio 2023, presso la sede del Parlamento europeo a Bruxelles, si è tenuto, proprio per discutere della proposta di direttiva, l'incontro di studio Domestic violence in Europe. Wich future for women and Children?, organizzato dall'eurodeputata Caterina Chinnici (S&D), co-relatrice del parere della Commissione Juri.

All'incontro hanno partecipato europarlamentari Frances Fitzgerald ed Evin Incir (co-relatrici, rispettivamente, nelle commissioni parlamentari Femm e Libe), Lesia Radelicki (delegata della commissaria europea Helena Dalli per la parità di genere), Antonella Massaro (professoressa associata di diritto penale presso l'Università "Roma Tre"), Marisa Scavo (procuratrice a capo del pool contro i reati di genere presso la procura della repubblica di Catania) e Donatella Finocchiaro (attrice).

Cliccando sul tasto "scarica qui" è disponibile il testo della relazione tenuta dalla Prof.ssa Antonella Massaro.

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